Tre grandi temi animano le pagine del romanzo: la natura, il male e Dio. Tutto ha inizio nel 1613, quando la famiglia Ferrarini, con il suo capostipite Battista, scopre un territorio disabitato, fra l’Emilia e la Toscana: la valle delle Tagliole.
Sullo sfondo di quattro secoli di storia, si staglia una montagna dalla forma particolare, la Bella Addormentata, riferimento solido e imponente nel passaggio da una generazione all’altra. “A Domenico sembrava di scorgere i lineamenti del viso di una donna vista di profilo. Poi, in modo da farsi sentire dalla madre, disse: Voglio rimanere per sempre in questa terra”.
L’amore per la propria valle è grande nel cuore dei personaggi del libro, tanto da far loro credere che essere traditi dagli uomini sia normale, ma essere traditi dalla propria terra sia insopportabile. I paesaggi montani, descritti dall’autore più con l’anima che con la penna, sono luoghi pieni di poesia, pur diventando spesso nemici contro cui lottare per sopravvivere: “La valanga si staccò improvvisa, repentina e con un cupo rumore”.
La lotta è anche contro il male, quello causato dagli uomini: “Pensava che non sarebbe più ritornato dalla guerra, come era accaduto a suo fratello”. E il dialogo con Dio, di cui si avverte la presenza nella maestosità della natura così come nella povertà quotidiana, colma gli spazi di esistenze semplici, rese uniche dall’abilità narrativa dell’autore.