Lontane vicinanze

9,00

di Ivana Cavalletti
Collana Voci narranti
ISBN 9788897712909

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Descrizione

Felix qui potuit rerum cognoscere causas,
fortunatus et ille deos qui novit agrestis

Felice colui che è riuscito a scoprire l’origine delle cose e fortunato chi ha potuto conoscere le divinità dei campi. (Virgilio: Georgiche, II°, 490 e 493).

Tra i compiti del poeta c’è anche quello di indurre ad amare la natura al di là di ogni retorica, di rivelarne la bellezza che spesso non notiamo per la troppa fretta o per le preoccupazioni.
Ivana, giocando con le parole, ci guida a scorgere la vera natura delle cose, riesce a mostrarci la loro luce e la loro musica:

“Luce vera, / ombra pura, / a scolpire / il volto / della montagna
 / che l’immenso guarda / senza paura” (Scultura).

“Hai l’odore / del sole quando la sera / come caldo pane / intiepidisce,
/ della corolla / nascosta / che nessuno nota
/ eppure nuova / fragrante fra le foglie / rifiorisce” (Profumo d’anima).

A noi di una certa età, formati alla scansione della poesia classica legata a formule fisse, riesce difficile la poesia moderna. Ci accostiamo ancora con sospetto. Ma qui ci troviamo davanti a componimenti che sembrano zampilli d’acqua sorgiva, ritornelli di canzoni spontanee, acquerelli o miniature. E allora viene da dire che la poesia è come l’aria o come lo spirito: non ha confini, non può essere schiava di una formula, di una regola, perché è bellezza, è armonia.

Ivana ha conservato gli occhi di un bambino: vede ciò che altri non scorgono più. Poi ce li propone, ce li mostra, ce li regala quegli aspetti, come un mazzo di fiori di campo. Ce li confeziona a volte come indovinelli, altre come termini di contrapposizione. Già il titolo sembra antitetico: Lontane vicinanze. Non è assurdo. L’esistenza, come l’acqua, ha un suo ciclo chiuso che fa parte delle sorprese nella contemplazione del creato: gli estremi che, a volte, si toccano, si ricongiungono.

Con questo spirito l’autrice ci guida ad osservare il rio che scorre sereno tra i sassi, e a sognare con l’aquila che, pur incutendo timore, diventa oggetto di ammirazione e stimolo all’emulazione: Maestà, meraviglia solleva, e ognuno si strugge di te essere uguale. Aprendo questa raccolta vi troverete in un giardino fiorito e profumato, ove si sosta sereni, tra colori, sole, e canti di uccelli.

A te, Ivana, l’augurio spontaneo che un grande mi rivolse quando ero molto giovane: “Ma tu continua a cantare” [Davide Maria Turoldo]. E tu sai come.

Savino Rabotti
Scrittore