Descrizione
Al termine di anni trascorsi su uno dei fronti bellici più caldi al mondo, Valeria Castellani si siede nella quiete della sua casa in Costa Azzurra e inizia a scrivere la sua storia.
Non può saperlo, ma sta soffrendo di un disturbo da stress post- traumatico. Se ne accorge quando i fuochi d’artificio per l’anniversario della presa della Bastiglia la svegliano di soprassalto, gettandola nel panico. Gli echi delle esplosioni sentite a Baghdad, i rombi degli Apache che si alzano in volo, i fischi dei Rocket Propelled Grenade sono fantasmi con i quali convivere, nel tentativo di riadattarsi a una vita normale. La scrittura sembra un ottimo strumento per farlo.
Nasce così, a distanza di quasi vent’anni dall’inizio dell’avventura in Medio Oriente, questo libro, duro come la pietra e affilato come una lama, che ha i contorni di un romanzo d’azione. Invece è la storia, sincera e a tratti cruda, di Valeria Castellani, prima donna italiana contractor a Baghdad, negli anni della caduta di Saddam Hussein e della ricostruzione per mano della coalizione internazionale, guidata dagli Stati Uniti.
Non un libro denuncia, ma appunti scritti di getto, sequenze di un viaggio all’inferno e ritorno, riordinati a distanza di molti anni: oggi Valeria è una persona diversa, una mamma che vuole consegnare a suo figlio un frangente di ciò che è stata.
Gli ideali di giustizia e libertà a guidarla, il dolore per la perdita di amici importanti, tra cui Fabrizio Quattrocchi, eroe di un’Italia che non capisce, che giudica senza sapere, che definisce mercenari i contractors come Valeria.
Sullo sfondo di questa vicenda, tra la sabbia del deserto e la desolazione di un popolo martoriato dalla guerra, prende forma il coraggio di una giovane donna che, per una volta nella vita, sa di trovarsi nel posto giusto al momento giusto.